di Francesco Martini
(Il Salvagente)
Gli italiani un rovello ce l'hanno.
Perché - si chiedono - le bollette della luce e del riscaldamento
continuano ad aumentare anche se in media sono fra le più alte
d'Europa? Per quale motivo siamo ormai abituati al rischio di
trovarci a lume di candela, o senza gas, solo perché accendiamo i
condizionatori, o perché la Russia litiga con l'Ucraina?
A parte i megautili nei bilanci di Eni
e Enel (anche se contano eccome), le altre risposte si trovano nella
"Relazione annuale sullo stato dei servizi", presentata il
6 luglio scorso da Alessandro Ortis, presidente dell'Autorità per
l'energia e il gas. Che davanti al presidente della Repubblica, al
governo e al Parlamento, si è lanciato a capofitto contro i monopoli
dell'energia.
Vediamo le accuse. Enel è stata
bacchettata perché, nonostante la cessione a terzi di buona parte
delle infrastrutture, occupa una posizione ancora troppo ingombrante
nel mercato dell'elettricità, visto che è "in grado di
controllare i prezzi, in determinati periodi, zone del paese e fasi
di mercato", anche se nel settore elettrico si sono raggiunti
"significativi risultati".
Il Gruppo Eni, invece, è stato preso
addirittura a cannonate: "Il quadro competitivo nel settore del
gas è in progressivo peggioramento, a causa di inadeguati sviluppi
delle infrastrutture e della dominanza sul mercato" ha
dichiarato il presidente dell'Autorità.
250 pagine fitte di dati
La
Relazione del garante - più di 250 pagine fitte di dati e proiezioni
- dice qualcosa in più anche sui motivi per cui gli italiani sono
costantemente a rischio di black-out o emergenza gas, mentre le
bollette diventano sempre più pesanti (questo mese sono scattati
altri rincari: la luce è aumentata del 5,8 per cento, il gas del
4,2). Buona parte dei nostri problemi - come è noto - deriva dal
prezzo del greggio che viaggia sui 75 dollari al barile. Ma il
petrolio non è responsabile di tutti i mali. La maggioranza delle
nostre centrali elettriche, ad esempio, è stata riconvertita: non
brucia più idrocarburi ma gas (dal 2000 al 2005, la produzione di
elettricità dal petrolio si è più che dimezzata). La dipendenza da
oro nero, quindi, è stata rimpiazzata dalla necessità - sempre più
urgente - di gas naturale. Che è tutto in mano all'Eni.
"L'approvvigionamento - spiega il
Garante - si basa soprattutto su fonti extracomunitarie"
(dall'Algeria, dalla Russia e dalla Libia). Riceviamo il gas dai
gasdotti, oppure per mare, grazie al rigassificatore di Savona
(l'unica struttura attrezzata a ricevere le preziose forniture
navali). Sia i gasdotti, sia il rigassifieatore, "sono
controllati dall'Eni o da società estere facenti capo all'Eni",
sottolinea il Garante.
Lo strano ruolo della Stogit
Il
gas, comunque, può essere facilmente immagazzinato e tenuto di
riserva. Chi si occupa dello "stoccaggio"? Sempre l'Eni,
attraverso la società Stogit. E la distribuzione? Solito disco: le
tubature appartengono a Snam Rete Gas, società del Gruppo Eni. E la
vendita all'ingrosso o al dettaglio? "Risulta fortemente
influenzata dalla società del Cane a sei zampe", spiega il
Garante, dimostrando che "la carenza di forniture autonome"
costringe le imprese a rifornirsi dall'imperatore italiano del gas.
Per comprendere la portata, e i
pericoli, denunciati dal Garante, basta tornare con la memoria allo
scorso inverno, quando il governo chiedeva agli italiani di
"abbassare il riscaldamento" per via della riduzione di
importazioni di gas dalla Russia.
Per quale motivo, in quella occasione,
non sono state sfruttate le nostre riserve? Possibile che fossero già
esaurite?
Probabilmente no. "Saranno fra
poco concluse, con eventuali sanzioni, le prime indagini avviate
dall'Autorità circa impropri utilizzi degli stoccaggi da parte di
alcuni operatori durante la passata emergenza" ha dichiarato
Ortis. A gennaio, oltretutto, l'Autorità aveva già segnalato al
governo che "la limitata capacità di stoccaggio può ben
considerarsi funzionale al mantenimento di una posizione dominante".
Il sospetto - gravissimo - è che durante l'emergenza dello scorso
inverno, in Italia, esistessero adeguate riserve di gas, ma la
società responsabile dello stoccaggio le avrebbe tenute sigillate
lasciando lievitare i prezzi.
Contro lo strapotere del colosso del
gas è stata indicata una soluzione: "È necessario introdurre
sollecitamente una separazione fra le aziende che gestiscono i
monopoli tecnici e quelle che si occupano di libere attività in
competizione". In concreto: Eni deve cedere Snam Rete Gas,
Stogit e i diritti d'importazione. Per l'azienda, ovviamente, sarebbe
un duro colpo. Chi conosce il colosso dell'energia sa che non si
arrende facilmente. Il Garante però non batte ciglio. Neppure nei
confronti dell'Enel: la cessione della rete elettrica nazionale (che
quest'anno, attraverso Terna Spa, è passata sotto il controllo della
Cassa depositi e prestiti), infatti, "non ha affatto indebolito
Enel e la sua azione". Quale destino, allora, per Eni? Ortis si
augura "una crescita su più vasti mercati europei".
Dati sul gas? Mistero: quest'anno non ci sono
Fra un anno esatto tutti i consumatori
europei saranno liberi di scegliersi il proprio fornitore di
elettricità ". L'Autorità per l'energia e il gas saluta il
recepimento della direttiva 2003/54 della Comunità europea nella
speranza che serva, finalmente, a dare un po' di respiro alle
famiglie italiane.
Le industrie, infatti, già da
quest'anno possono scegliere liberamente il gestore (anche se il 33
per cento delle imprese intervistate da Eurisko non ne sa nulla).
Restano da stabilire "nuove tutele per i clienti, circa la
possibilità di rivolgersi a un nuovo fornitore', che deve essere in
grado di "assicurare tutte le garanzie del servizio".
In ogni caso è una boccata d'aria,
visto che una famiglia italiana che consuma 3.500 MWh all'anno spende
il 42,5 per cento in più rispetto alla media europea.
Eppure per i consumi domestici "si
è ridotta la differenza, pur sempre elevata, rispetto ai prezzi di
importanti paesi dell'Ue", sostiene il Garante per l'energia e
il gas.
I dati, in realtà, possono essere
letti in molti modi. Ad esempio: chi consuma poca energia (600 MWh)
gode di tariffe più basse, ma basta accendere qualche lampadina in
più che la bolletta si gonfia a dismisura.
Fra l'altro gli aumenti percentuali
lordi delle bollette elettriche, in Italia, sono più alti del resto
d'Europa. Spiega l'Autorità che "a causa della ancora
insufficiente dinamica concorrenziale" e degli "aumenti dei
costi di produzione sono risultate vane "le riduzioni tariffarie
definite dall'Autorità per i servizi di trasporto e distribuzione".
INCENTIVI BUTTATI
Per alleggerire le bollette elettriche,
il Garante sta avviando altri provvedimenti, come quello volto a
ridurre gli oneri di sistema", che pesano per l'1l,5 per cento
sulla tariffa netta. In particolare, sarà rivisto il sistema di
assegnazione degli incentivi Cip 6/92. Dietro questa sigla si
nasconde una valanga di denaro pubblico, destinato all'incentivazione
delle fonti di energia rinnovabile, e quindi "pulite” e
indipendenti dal prezzo del petrolio. Peccato che la maggior parte di
quei soldi finisca nelle tasche di chi brucia glio scarti industriali
(soprattutto Enel, Eni ed Edison): è sempre petrolio, e di "pulito"
non ha nulla. Il garante, quindi, propone di legare gli incentivi al
"costo evitato di combustibile”. per offrire denaro solo a chi
garantisce davvero il risparmio di gas e petrolio. Direttamente
rivolta ai consumatori, invece, è l'ipotesi della tariffa sociale,
ancora in corso d'opera, "che sia funzione del livello di
reddito familiare e alla numerosità dei componenti". Resta ora
da definire, "la tipologia dei soggetti a cui garantire il
supporto".
MANCANZA INCREDIBILE
E le bollette del gas? Abbiamo
sfogliato avanti e indietro il voluminoso rapporto dell'Autorità per
trovarci di fronte a una sorpresa: non esistono dati precisi e
aggiornati sul prezzo italiano del gas. Ci sono le cifre e le
percentuali di tutti i paesi europei, ma accanto alla voce "Italia"
è segnato soltanto un trattino, "a causa delle difficoltà
incontrate dal ministero delle Attività produttive", lo scorso
anno, "nella raccolta dei dati elementari presso le società di
vendita del gas". Incredibile.