di Francesco Martini
(Il Salvagente)
Gli italiani un rovello ce l'hanno.
Perché - si chiedono - le bollette della luce e del riscaldamento
continuano ad aumentare anche se in media sono fra le più alte
d'Europa? Per quale motivo siamo ormai abituati al rischio di
trovarci a lume di candela, o senza gas, solo perché accendiamo i
condizionatori, o perché la Russia litiga con l'Ucraina?
A parte i megautili nei bilanci di Eni
e Enel (anche se contano eccome), le altre risposte si trovano nella
"Relazione annuale sullo stato dei servizi", presentata il
6 luglio scorso da Alessandro Ortis, presidente dell'Autorità per
l'energia e il gas. Che davanti al presidente della Repubblica, al
governo e al Parlamento, si è lanciato a capofitto contro i monopoli
dell'energia.
Vediamo le accuse. Enel è stata
bacchettata perché, nonostante la cessione a terzi di buona parte
delle infrastrutture, occupa una posizione ancora troppo ingombrante
nel mercato dell'elettricità, visto che è "in grado di
controllare i prezzi, in determinati periodi, zone del paese e fasi
di mercato", anche se nel settore elettrico si sono raggiunti
"significativi risultati".
Il Gruppo Eni, invece, è stato preso
addirittura a cannonate: "Il quadro competitivo nel settore del
gas è in progressivo peggioramento, a causa di inadeguati sviluppi
delle infrastrutture e della dominanza sul mercato" ha
dichiarato il presidente dell'Autorità.