di Francesco Martini
(Rolling Stone - RS Inchiesta)
I documenti sono in Mandarino, ma il
significato è chiaro: la Repubblica Popolare Cinese governa anche in
Italia, come se le comunità di immigrati fossero colonie.
I vertici del Partito Comunista
esercitano “attività di coordinamento e controllo” a distanza:
l'Ufficio Affari Cinesi d'Oltremare, guidato da un ministro, “elabora
i piani di sviluppo" delle comunità all'estero con “politiche,
regolamenti e linee guida”, come è scritto nelle carte
governative. Le prefetture cinesi distribuiscono addirittura moduli
prestampati e istruzioni per emigrare, consigli pratici per i
clandestini e suggerimenti per aprire attività in terra straniera,
richiamando i doveri di fedeltà alla patria: chi parte “deve
principalmente avviare scambi economici" e trasmettere alle
autorità cinesi “un flusso costante di informazioni”.