26 ottobre 2006

Arriva l'ora solare, ma a chi conviene?

(Il Salvagente)

di Francesco Martini

Alle 3 di domenica 29 ottobre, quando le lancette degli orologi dovranno essere spostate indietro di un'ora, qualcuno potrebbe chiedersi come mai lo Stato si impiccia delle nostre sveglie. L'ora legale, ormai da quarant'anni, serve a risparmiare energia (è stata introdotta in Italia nel 1966).
Non tutti, però, sono convinti che sia una misura efficace.

 Stando ai dati, negli ultimi sette mesi gli italiani hanno evitato di spendere 80 milioni di euro di bolletta elettrica. Il meccanismo è semplice e arcinoto: dalla primavera all'autunno, spostando avanti l'orario, si ritarda l'utilizzo della luce artificiale nelle ore del giorno in cui la maggior parte degli italiani sono ancora al lavoro. Da Terna, la società controllata dalla Cassa depositi e prestiti proprietaria della rete di trasmissione ad alta tensione e responsabile della gestione dei flussi di energia, spiegano che "durante il periodo di ora legale, dal 26 marzo al 28 ottobre, gli italiani hanno risparmiato circa 645 milioni di kilowattora".
Non è molto, in realtà: appena lo 0,2 per cento del consumo nazionale.

Scelta "datata"?
"I motivi per cui è stata introdotta l'ora legale, durante la crisi energetica negli anni Settanta sembravano validi. Ora non più", commenta Marzio Galeotti, professore di Economia politica all'Università degli Studi di Milano e responsabile del programma di ricerca sui Cambiamenti climatici della Fondazione Eni Enrico Mattei (e redattore di Lavoce.info). "Oggi spiega Galeotti - il costo del petrolio è alle stelle, ma gli studi più aggiornati dimostrano che i vantaggi economici dell'orario artificiale sono molto limitati".
L'utilità dell'ora legale, quindi, non è scontata. Dal 2001 è armonizzata in tutti i paesi europei con il recepimento della direttiva 2000/84. Entro la fine di quest'anno, però, i paesi della Comunità dovranno presentare al Parlamento europeo una relazione sui benefici dello spostamento d'orario. Con ogni probabilità regole e calendari resteranno immutati, ma non è escluso che l'argomento sollevi qualche polemica.

Un paese energivoro
In ogni caso, quest'anno, il ritorno all'ora solare è un'occasione per un identikit, dal punto di vista energetico, del nostro paese. I consumi di elettricità, ad esempio, confermano l'eterna divisione fra Nord e Sud del paese. In Italia settentrionale il consumo pro-capite è di 6.469 kilowattora, che nel Sud e nelle Isole quasi si dimezzano, scendendo a 3.931 (ma i consumi domestici sono simili: il distacco fra Nord e Sud, quindi, riguarda soprattutto industrie e uffici).
Comunque, dal 1995 al 2005 il fabbisogno di elettricità in Italia è passato da 261 a 330 miliardi di kilowattora. Ogni anno, i consumi sono cresciuti in media del 2,3 per cento. E nei prossimi 4 anni, stando alle previsioni di Terna, il fabbisogno energetico continuerà ad aumentare in maniera costante, raggiungendo circa 370 miliardi di kilowattora all'anno.
Incide sull'aumento dei consumi, in particolare, il settore terziario: tecnologia e condizionatori, negli uffici, "succhiano" sempre più elettricità: 83 miliardi di kilowattora all'anno, che dovrebbero salire a 100 entro i l 2010.


Costi e benefici

ENERGIA. Secondo lo studio per la Commissione europea condotto nel '99 da RvB, l'ora legale comporta un risparmio di energia elettrica relativamente modesto: in media, lo 0,3 per cento. Ma l'aumento di traffico nelle ore serali e l'uso dei riscaldamenti nelle ore mattutine, di fatto, annulla il risparmio energetico (stimato in 200 milioni di euro all'anno in tutta Europa).

SALUTE. Gli studi della Commissione europea evidenziano un aumento di consultazioni mediche del 10,9 per cento subito dopo gli sbalzi d'orario primaverili.
In particolare, aumentano del 12,7 per cento le ricette per gli antidepressivi. In compenso, una maggiore esposizione alla luce del sole potrebbe favorire la guarigione delle malattie della pelle. In ogni caso, lo scompenso per il cambiamento di orario non costituirebbe un serio pericolo per la salute.

AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO. A parte generici disagi organizzativi, il settore più colpito è quello zootecnico. Esistono pareri discordanti sugli effetti della mungitura anticipata: in Francia, Austria e Inghilterra le associazioni di categoria denunciano il rischio di infezioni nelle vacche. I produttori vinicoli, invece, sono generalmente soddisfatti delle ore di luce in più da dedicare al lavoro.

QUALITÀ DELLA VITA. Aumentano le attività dopo il lavoro, con qualche beneficio per le attività commerciali. Un'ora di luce in più, fra l'altro, migliora la sicurezza nelle grandi città.