8 giugno 2014

Mose, come funziona la macchina delle mazzette

di Francesco Martini

(Tg La7)


Il sindaco Orsoni, il presidente della Regione Galan, i vertici della magistratura delle Acque, il magistrato della Corte dei Conti, il generale della Finanza, e da lì ancora più su, puntando agli uffici dei Ministeri, passando per i capi gabinetto fino a Marco Milanese, consigliere politico dell'allora ministro Tremonti - a lui sarebbe stata consegnata una tangente da 500mila euro: così funzionava la macchina delle mazzette del Mose di Venezia - così la descrivono gli inquirenti: aveva referenti in tutti i centri del potere amministrativo, a livello locale e nazionale.
Tremonti, indicato dalla segretaria di Galan come destinatario ultimo della mazzetta, non comprare nel registro degli indagati ma potrebbe essere ascoltato dai magistrati già domani.
Nelle carte della procura, poco a poco, si riconoscono tutti i pezzi della macchina. Alla guida c'è Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova - concessionario unico per i lavori del Mose - ora all'estero per problemi di salute.
Il carburante sarebbero le false fatturazioni di alcune fra le principali società del Consorzio: denaro evaso al Fisco e depositato anche in Svizzera. Perché la truffa funzioni la Corte dei conti dovrebbe ammorbidire i giudizi - dai tre ai 400mila euro all'anno sarebbero andati al magistrato contabile Giuseppone - e anche la Guardia di Finanza dovrebbe chiudere un occhio - questo sarebbe stato il ruolo del generale Spaziante, ora in pensione. Il finanziere, fra l'altro, avrebbe informato gli indagati sulle mosse degli inquirenti, avvertendoli che erano intercettati. E avrebbe messo in contatto Mazzacurati con i capi di gabinetto dei ministeri - Vincenzo Fortunato all'Economia, Ercole Incalza ai Trasporti. Dai capi di gabinetto si arriva al consigliere di Tremonti, Milanese - anche lui indagato. L'obbiettivo è ricevere i finanziamenti governativi per il Consorzio, bloccati proprio dai tagli di Tremonti.
Soldi, consulenze, vacanze - queste erano le offerte del gruppo di Mazzacurati - Piergiorgio Baita, ex presidente della Manrovani, avrebbe anticipato il denaro liquido, Luciano Neri, consulente del Consorzio, si sarebbe occupato della contabilità. Per ottenere i finanziamenti - dice Mazzacurati in un'intercettazione - c'erano stati incontri anche con Gianni Letta, presentato proprio da Galan - l'ex presidente di Regione, che nega tutte le accuse, avrebbe ricevuto uno stipendio fisso di un milione di euro l'anno, più due tranche da 900mila euro per i pareri favorevoli nelle commissioni regionali per il via libera ai lavori. Direttamente sul territorio, per mettersi al riparo da qalsiasi ostacolo, il Consorzio avrebbe finanziato le campagne elettorali di consiglieri regionali del Pd e di Forza Italia Giampiero Marchese e Amalia Sartori - e l'elezione a sindaco del democratico Orsoni - già arrestato, "dalle mie mani non è passato un centesimo", ha detto al Giudice per le indagini preliminari.